Cartae – storytelling e sviluppo linguistico 5 proposte di utilizzo in ambito bilingue

Cos’è Cartae

Anzi, iniziamo da cosa non è: non è un mazzo di carte come gli altri.
Sono 40 carte illustrate da 40 artisti diversi.
Ogni carta è una piccola opera d’arte e rappresenta un mondo sé, ma può interagire con le altre; ognuna è partita da un’emozione, da una sensazione ma non ci svela la propria storia e si trasforma di volta in volta grazie all’interazione con chi la osserva.
Le Cartae offrono stimoli e punti di partenza, si prestano a diversi livelli di lettura e interpretazione interagendo con chi le incontra.
Una scelta molto interessante è quella del retro delle carte: ognuna è di un colore diverso e quindi il mazzo rovesciato si presenta come una tavolozza di colori da combinare ed esplorare.
Il progetto è nato da un’idea del collettivo formato da Giancarlo Chirico (filosofo, scrittore e cantafiabe filisofico), Gianluca Marasca (fisiatra neurocognitivo, ricercatore e artista) e Luisella Zambon (grafica e illustratrice).

Come usare Cartae

Le Cartae sono indipendenti. Non essendo imbrigliate in un gioco e non avendo istruzioni per l’uso, lasciano aperte infinite possibilità. Si possono utilizzare in ambito ludico, ma anche terapeutico, formativo o creativo. Sicuramente sono adattissime a laboratori in ambito artistico come ispirazione e piccolo museo portatile, ma anche nello storytelling e nello sviluppo linguistico.

L’utilizzo delle carte in un contesto bilingue

Chi ha a che fare con bambini bilingui è spesso alla ricerca di nuovi stimoli per favorire la produzione linguistica.
In questo il pregio delle Cartae è di essere “silent”, di non contenere parole; sta a noi dargli voce, descriverle, raccontarle, immaginare da dove vengono o cosa rappresentano. Se le utilizziamo in un preciso contesto linguistico o in un momento dedicato a una particolare lingua si adatteranno a quel contesto linguistico e culturale.
Le immagini non sono scontate. Sono ricche di significati, invitano a fare associazioni, a scoprire particolari, suscitano emozioni – anche contrastanti. Pongono domande e, poiché non danno risposte, invitano a discutere.
Ogni carta ha un proprio stile ed entra in relazione diversamente con persone ed esperienze culturali diverse. Alcune attirano soprattutto i bambini, altre esercitano un fascino particolare sugli adolescenti.

Sviluppo linguistico e storytelling: 5 proposte per usare Cartae

Noi le abbiamo sperimentate ed ecco 5 proposte per interagire con le Cartae insieme a bambini e adolescenti bilingui stimolandoli nella produzione linguistica della lingua debole:

1) Immagini

Disponete le carte ad una ad una sul tavolo con le immagini visibili, poi chiedete al bambino di sceglierne 5 o 6 che lo colpiscono o lo incuriosiscono particolarmente – non devono necessariamente essere le sue preferite. Poi chiedetegli di disporle sul tavolo come preferisce, mettendole ad esempio a gruppi o in fila secondo le sue preferenze. A questo punto avrà avuto tempo di osservare le immagini e di riflettere, quindi potrete chiedergli di spiegarvi perché le ha disposte proprio in questo modo. Da qui potrete partire per approfondire l’osservazione delle carte e scoprire quali associazioni hanno risvegliato e quali emozioni hanno suscitato.
Per noi è stato un percorso molto interessante, dal primo impulso all’osservazione attenta e silenziosa fino alla discussione, che a questo punto è risultata spontanea e approfondita.

2) Tavola cromatica

Disponete le carte sul tavolo in ordine sparso in modo che sia visibile solo il retro, quindi la parte monocromatica. Chiedete al bambino di metterle in ordine secondo un proprio criterio – contrasti, chiari/scuri, tonalità simili o qualunque cosa gli faccia piacere. Si possono mettere in fila, organizzarle in gruppi, in un grande quadrato, anche toglierne alcune. Poi chiedetegli di scegliere 5 o 6 carte, magari una combinazione cromatica che gli piace particolarmente. A questo punto si può parlare dei colori, definirli, associarli a qualche oggetto o esperienza: un verde-foglia-di-ciliegio, un rosso-geranio-della-nonna. Infine fategliele girare e assaporate il momento della scoperta. Ci saranno delle belle sorprese e magari delle delusioni, carte che da un lato sembrano star bene insieme mentre dall’altro stonano, altre che associate raccontano qualcosa o suscitano ricordi. Anche in questo approccio alla fine la discussione è nata spontaneamente e ha iniziato a scorrere sulla scia dell’esperienza visiva appena fatta.

3) Laboratorio artistico

Fate scegliere al bambino una sola carta (fra tutte le carte 40 o fra una preselezione) e chiedetegli di osservarla attentamente. Intanto preparate un foglio bianco A3 e del materiale da disegno, matite o colori a cera vanno benissimo. Un consiglio da artisti: sempre meglio utilizzare materiali di qualità come carta robusta da disegno e matite ad alta pigmentazione; costano di più, ma la lavorazione è più piacevole e il risultato migliore. Fate mettere al bambino la carta sul foglio dove preferisce e chiedetegli di continuare il disegno, come se la carta fosse solo un dettaglio di un quadro più grande. Poi parlatene, chiedetegli cosa ha disegnato, come ha avuto l’idea; potrebbe anche nascerne una storia.  

4) Laboratorio musicale

Preparate degli strumenti musicali come maracas, xilofono, flauto, triangolo, tamburo ecc. oppure oggetti con cui produrre suoni diversi come tappi delle pentole, oggetti di legno, bicchieri di vetro, carta stagnola, corda per saltare. Fate scegliere al bambino 3 o 4 carte che preferisce e chiedetegli cosa lo ha colpito di queste carte. Adesso invitatelo ad associare a ciascuna carta dei suoni in base a quello che la carta suscita in lui – suoni bassi di paura, acuti come grida di gioia, scalpiccio di piedi, fruscio di vestiti, cinguettio di uccellini e così via, continuando ad aggiungere suoni e melodie, e magari sviluppando una storia. Potrete anche registrare i suoni della vostra storia o aggiungere delle parole.

5) Quadro materico

Fate scegliere al bambino una sola carta (fra tutte quelle del mazzo o fra una preselezione), lasciate che la osservi attentamente e chiedetegli cosa lo colpisce o lo interessa particolarmente. Invitatelo a fare delle associazioni e a cercare degli oggetti da abbinare alla carta. Chiedetegli di spiegarvi come e perché ha scelto questi oggetti, e di disporli intorno alla carta come preferisce, seguendo criteri propri. Alla fine osservate il quadro materico, fate una foto e se vi fa piacere condividetela con noi (#storieinvaligia #cartae #quadro materico).

Il nostro consiglio più prezioso: dopo averle scoperte insieme e aver fatto qualche prova, datele a loro e chiedetegli di inventare un gioco.

Noi saremmo proprio curiose di vedere quali idee ne vengono fuori.

È proprio questo il fascino e il segreto delle Cartae: creano indipendenza e aiutano a pensare differente.

Se vi abbiamo incuriosito, qui potete seguire Cartae su fb https://www.facebook.com/cartografiaestetica (trovate anche le informazioni e i contatti per l’acquisto).

Ed ecco qua i 40 artisti di Cartae:
Andrea Antinori – Bankeri – Vittore Baroni – Michela Baso – Nicoletta Bertelle – Alice Bruscoli – Davide Calì – Cipstrega – Mariachiara Di Giorgio – Cinzia Ghigliano – Armin Greder – Ilaria Guarducci – Valenzia Lafratta – Bimba Landmann – Giovanna Lopalco – Luogo Comune – Gianluca Marasca – Gioia Marchegiani – Marco Marinangeli – Laurent Moreau – Valerio Muscella – omino71 – Francesco Orazzini – Francesca Oro – Igea Paiano – Claudia Palmarucci – Daniela Pareschi – Marilena Pasini – Giulia Pastorino – Valerietto Paternesi – Pax Paloscia – Giovanna Ranaldi – Re Barbus – Michele Rocchetti – Barbara Sabbi – Giulia Sollai – Sara Stefanini – Daniela Tieni – Paola Valori – Clara Woods.

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