Il laboratorio di cinema d’animazione in italiano di Eleonora Lambo è diventato un appuntamento importante per i bambini di Amburgo, non solo per le caratteristiche del laboratorio che attraverso la magia dell’animazione permette ad oggetti, storie e personaggi di prendere vita, ma anche per la possibilità di lavorare in italiano. Raccontano storie in italiano mantenendo attiva la lingua e confrontandosi con altri bambini che, come loro, sono figli di due culture che si sono incontrate e che continuano ad incontrarsi. Lavorare in italiano permette inoltre ai bambini di conoscere autori come Mario Lodi o Gianni Rodari o autori tedeschi tradotti in italiano. Questo li aiuta a sviluppare la capacità di raccontare nella lingua ereditata dai loro genitori e di interpretare i testi in due lingue.
Intervista a Eleonora Lambo sui laboratori di cinema d’animazione
Come inizia un laboratorio? Dai tu un tema, prepari del materiale?
Ogni laboratorio è diverso; prima di cominciare un laboratorio valuto sempre l’età dei bambini e il contesto in cui si svolgerà. Il tema lo decido in base a quello che voglio comunicare per quella specifica esperienza – con l’animazione si può fare tutto. Le sceneggiature dei nostri corti possono essere tratte da un racconto o da un libro, possono essere filastrocche o argomenti trattati con i bambini. A volte sono gli stessi bambini a scrivere la storia. In ogni caso si lavora a vari livelli, proprio come nel cinema: prima di passare all’animazione vera e propria bisogna costruire il racconto, il set, i personaggi e gli oggetti da animare.
Che materiali proponi nei tuoi laboratori?
Il materiale lo preparo io, mi piace che i bambini lavorino con diversi tipi di materiali essendo il laboratorio anche un’esperienza sensoriale. Mi piace che i bambini sperimentino con la carta e con materiali da riciclo da poter modellare e trasformare in qualcosa di vivo e animato.
Prima di iniziare a lavorare col materiale scrivete una storia o la storia nasce lavorando?
Dipende. A volte la storia viene scritta dai bambini e questo ci permette di lavorare sulla scrittura in modo più approfondito, altre volte lavoriamo su un testo già pronto e quindi viene data maggiore attenzione alla lettura e alla rielaborazione del testo. Ogni workshop è un mondo a sé, e la metodologia di lavoro varia molto.
I bambini possono partecipare a tutte le fasi di lavorazione?
Quasi a tutte. Io mi occupo della preparazione e poi della postproduzione e del montaggio, quello devo farlo necessariamente da sola.
Qual è la fase di lavorazione in cui i bambini si divertono di più?
Ogni bambino ha una predilezione: c’è il bambino a cui piace animare, quello che adora fare le foto, quello che preferisce ritagliare o creare nuovi personaggi, c’è a chi piace preparare gli sfondi. Posso però dire che la parte di ricerca sonora è quella in cui in generale tutti i bambini si divertono di più.
Quanto dura un laboratorio?
Dipende dal tipo di workshop: se si tratta di un progetto scolastico può durare anche dei mesi, se si tratta di un’esperienza fuori dalla scuola anche solo un incontro.
I bambini bilingue come interagiscono durante il laboratorio? Hanno difficoltà o remore a comunicare in italiano?
Non credo che i bambini abbiano grosse difficoltà. Durante il laboratorio riescono a cambiare modalità linguistica velocemente. Se lavoriamo in italiano i bambini interagiscono sia con me che tra di loro in italiano. Certo, non è automatico, ma se la modalità lavorativa è impostata sull’italiano e sull’utilizzo dell’italiano per apprendere, i bambini nel giro di qualche minuto si connettono in automatico a quella modalità.
Qual è la reazione dei piccoli artisti quando vedono il video finito?
Di estrema gioia e stupore. Hanno creato qualcosa da zero, qualcosa che si muove e che è destinato a rimanere nel tempo, qualcosa che possono mandare ai parenti o ai nonni in Italia e che li collega attraverso il web a degli affetti lontani. Faccio questo lavoro da 9 anni e alcuni dei bambini con cui ho iniziato sono oggi dei ragazzi di 18 o 19 anni che riguardano il loro film associandolo ad un’esperienza positiva e gioiosa della loro infanzia. Questo è quello che resta e che conta davvero tanto per me, averli aiutati a sviluppare la loro creatività.
Raccontaci un episodio particolarmente significativo o divertente legato a un laboratorio di cinema d’animazione.
Più che un episodio è una situazione in cui mi ritrovo spesso. Se un bambino o una bambina ripete più volte il laboratorio gli chiedo di prendere in mano le redini e di spiegare agli altri come funziona. Gli do insomma il ruolo di regista in piena autonomia. Questo li gratifica ed è molto bello vedere come si impegnano nello spiegare agli altri bambini come funziona il laboratorio.
Eleonora Lambo
Dal 2006 si occupa di video e dell’utilizzo dell’arte digitale nella didattica e nei progetti sociali a supporto della pedagogia e della psicologia. Ha una laurea magistrale in Storia dell’Arte Contemporanea conseguita a Pisa, dal 2007 al 2009 ha vissuto a Barcellona studiando presso l’Universitat de Barcelona e lavorando al MACBA (Museo d’arte contemporanea di Barcellona) dove ha approfondito lo studio dell’arte contemporanea e digitale. Nel 2012 in Italia ha frequentato il master di secondo livello in animazione digitale Ani * mas, Accademia di Belle Arti di Palermo coordinato dalla professoressa e artista Nelida Mendoza. Qui ha avuto modo di conoscere e avere come docenti animatori di levatura mondiale come: Izabela Plucinska, Yann Jouette, Gil Alkabez, Michele Bernardi. Collabora con l’Associazione Ottomani di Bologna guidata da Andrea Martignoni e Roberto Paganelli, una delle prime associazioni italiane ad occuparsi di laboratori di cinema di animazione, e ha partecipato a diversi festival di cinema di animazione tra cui: Stuttgarter Filmwinter, Stuttgart Stadtteilschule, Animaphix International Animated Festival, Palermo, MDF Šibenik – Croazia. Diverse le collaborazioni conl’Istituto italiano di cultura di Amburgo, l’Ambasciata italiana di Berlino e la scuola bilingue italo-tedesca di Amburgo “Grundschule Döhrnstraße”, dove attualmente lavora.
Vincitrice nel 2018 del Concorso video “La mia Europa” indetto dall’Ambasciata tedesca a Roma e dal quotidiano La Repubblica.
Secondo posto al Concorso Eurasia Wings – 3R Art: “Ridurre, riciclare, riutilizzare” 2012 con il video di animazione ERAT.Primo posto al Premio “Federico II e il Sogno Europeo 2014” di Enna.
Per contattare Eleonora: fixsix.animazione@gmail.com
https://fixsixanimation.jimdofree.com